La nascita della moda italiana
Pubblicato da Raffaella Bonsignori in Storia · Giovedì 11 Apr 2024
La moda è la forma d’arte che accompagna le persone nella loro quotidianità.
Oggi l’Italia è un punto di riferimento, in questo campo, ma ai primi del Novecento il dominio assoluto era francese. È Rosa Genoni, formatasi in Francia, la prima ad imporre uno stile totalmente italiano, rifacendosi ai dipinti medievali e rinascimentali. Il suo insegnamento è fondamentale, ma resta, purtroppo, isolato.
Un altro passo importante verso la nascita della moda italiana è la Grande Guerra. Sembra assurdo ma è così: le donne, sotto il profilo lavorativo, prendono il posto degli uomini impegnati al fronte; gli orli si accorciano, gli abiti si fanno più pratici e diventa una moda portare i pantaloni e le tute.
Nel 1919 il Campidoglio vede nascere il Primo Congresso Nazionale dell’Industria del Commercio dell’Abbigliamento, con lo scopo programmatico di affrancarsi dallo stile e dal dominio francese; e sempre nel 1919 Lydia De Liguoro fonda la rivista LIDEL (acronimo di Letture, Illustrazioni, Disegni, Eleganze, Lavoro), ove si afferma apertamente l’importanza di una moda italiana. Il suo cuore nazionalista la porta ad aderire al Fascio femminile nazionale di Milano, impegnato a portare avanti una campagna per svincolare la moda italiana da quella parigina, attingendo a forme eleganti ma senza gli eccessi francesi, se non negli abiti da sera, cosa che, nel 1920, porta Marinetti ad elaborare il Manifesto contro il Lusso Femminile. Dal canto suo D’Annunzio affida alle più rinomate sarte italiane, tra cui Marta Palmer e Gina Cicogna, gli abiti suoi e quelli delle sue amanti. In particolare, il Vate predilige tal Biki, che, esaltata dalle parole dannunziane, arriverà a vestire le donne più in vista dell’epoca, tra le quali Alida Valli e Isa Miranda.
Nel 1924 a Milano viene costituito il primo Sindacato della Moda Italiana e lo stile italiano vola.
Nel 1927 la rivista Fantasie d’Italia presenta al Lido di Venezia una sfilata di modelli italiani e nel 1928 nasce l’Istituto Artistico Nazionale per la Moda Italiana presieduto dall’on. Titta Madia. La reazione francese è dura quanto giustamente impaurita: «L’Italia ha sempre l’ambizione di divenire un centro di moda femminile» si legge su la rivista L’Art e la Mode. «Ed è certamente ben presuntuoso. La moda femminile ha Parigi per santuario».
Contestualmente si affermano, espandendosi, i grandi magazzini, che portano la moda tra il popolo. La Rinascente, nome scelto da D’Annunzio; e, l’anno seguente, l’Upim (acronimo di Unico Prezzo Italiano Milano). Dieci anni dopo è la volta dei magazzini Standard, poi chiamati Standa. Molto noti anche i magazzini Coen, Zingone e tanti altri.
La moda italiana si è ormai affermata. Ne sono testimoni due matrimoni da riflettori: quello di Umberto di Savoia con Maria José del Belgio, in cui la sposa indossa un abito della sartoria Ventura, e quello di Gian Galeazzo Ciano con Edda Mussolini, la primogenita dell’allora capo del governo, elegante sposa vestita dalla sartoria Montorsi.
Le pubblicità si moltiplicano, spesso catturando immagini e ispirazione dall’arte figurativa, sicché vediamo, come mostra la foto di copertina, i cappelli Borsalino reclamizzati nello stile della de Lempicka o gli impermeabili San Giorgio in quello di De Chirico.
La moda italiana, dunque, affacciatasi nei primi anni del Novecento nelle idee di pioniere come la Genoni, prende definitivamente piede tra gli anni Venti e i Quaranta come forma d’arte sartoriale, espressione di nazionalismo. Emergono allora grandi firme ancora in auge. A tutt’oggi è uno dei settori d’eccellenza a firma italiana, che esprime l’artigianalità del passato.
© di Raffaella Bonsignori
[Tutela certificata - autore S.I.A.E. – 11.04.2024]
Foto di pubblico dominio
Per saperne di più:
Gloria Bianchino - Grazietta Butazzi - Alessandra Mottola Molfino - Arturo Carlo Quintavalle (a cura di), La moda italiana, Electa per Banco di S. Spirito, 1985
Gian Paolo Cesarini, Vetrina del Ventennio 1923/1943, Laterza, Roma-Bari, 1981
Sofia Gnoli, Eleganza fascista, Carocci Editore, Roma, 2017
Julian Robinson, Arte e moda nel Novecento, De Agostini, Novara, 1976